di
Fabio
“Pushkin” Volino & Carlo “Pasternak” Monni
Mosca.
Il binocolo è uno dei più potenti ritrovati che la moderna tecnologia è in grado di fabbricare ed è puntato su quello che, da tempo quasi immemorabile, è conosciuto come uno dei maggiori simboli culturali di quella che oggi è la Federazione Russa: il Teatro Bolshoj.
L’uomo che tiene in mano il binocolo fa una smorfia di disgusto.
”Guardali quei porci arroganti! Si divertono a sfoggiare i loro bei vestiti, i gioielli e le pellicce. Pensano solo a divertirsi Questo paese è diventato preda di una nuova aristocrazia, ormai.”
“Ti consiglio di calmarti amico mio.” ribatte una voce dura alle sue spalle “on siamo qui per parlare di stupide questioni di classe. Il nostro scopo è la liberta del nostro popolo dall’oppressione.”
L’uomo si gira a guardare il suo interlocutore e non osa replicare chiaramente intimorito dal nuovo venuto.
Quartiere Generale della Guardia D’Inverno
Powersurge, reduce da una doccia, uno dei pochi piaceri che riesce a concedersi per i brevi periodi in cui può togliersi la tuta di contenimento antiradiazioni che è la sua maledizione, si siede al suo posto in sala riunioni. A quanto pare, ci sono tutti i suoi compagni, a parte Vanguard.
“Ahem…- si schiarisce la voce Katrina Bulikova, agente di collegamento col Governo della Federazione “Il motivo per cui siete qui, è discutere del fato dei vostri amici e compagni di squadra. “
Alle sue spalle si accende uno schermo su cui scorrono delle immagini.
“Come ricorderete, il Governo Ucraino aveva chiesto l’assistenza della Guardia d’Inverno per indagare su certe strane manifestazioni d’energia nei pressi di una centrale nucleare…”
Al sentir parlare di centrali nucleari, Powersurge ha uno scatto. È proprio per aver cercato di riparare i danni del disastro ad una centrale nucleare che ora il suo corpo emette quasi costantemente, radiazioni letali che lo costringono a vivere in una speciale tuta di contenimento per la maggior parte del tempo e la cosa non riempie certo di gioia il tenente Illarion Pavlovich Ramskov, no di certo. L’agente Bulikova continua a parlare. “Come ricorderete, partirono solo il Guardiano d’Acciaio, Fantasma, Vostok e Perun. Si pensava che, come squadra, sarebbero stati più che sufficienti a fronteggiare qualunque pericolo e se ce ne fosse stato bisogno, il resto del gruppo poteva intervenire in loro soccorso.”
“Molto bello.” commenta Tigre Siberiana “Ma sono tutte cose che sapevamo già, perché non veniamo al sodo?”
Katrina gli lancia un’occhiataccia e continua il suo discorso:
“Arrivati sul posto, uno strano vortice d’energia oscura li inglobò senza che potessero fare qualunque cosa per contrattaccare. Perfino Perun si ritrovò impotente e così scomparvero letteralmente nel nulla. Alla luce di precedenti esperienze coi superumani, non siamo affatto sicuri che siano morti ed abbiamo deciso di agire sul presupposto che siano prigionieri da qualche parte, tanto più che quell’energia che li ha presi aveva, diciamo così, degli aspetti familiari.”
A Stella Nera non è sfuggita l’occhiata di Katrina. Anche lei ha subito pensato alla Forza Oscura, la fonte del suo potere. Se il “buco nero” che ha inghiottito il Guardiano d’Acciaio e gli altri ha a che fare con la forza oscura, allora, forse, lei è l’unica che potrebbe rintracciarli. Ma ci sono tante cose su questa energia che ancora non si sanno: da dove viene esattamente? Chi l' ha creata, se davvero vi è stato un creatore di essa? Domande che lei, così come gli altri superesseri che fanno uso di questa Forza, raramente si sono posti.
Katrina Bulikova termina il suo discorso:
“In conclusione, non appena saranno conclusi certi… esami preliminari… partirete per l’Ucraina per cercare, speriamo con successo, di ritrovare i vostri compagni scomparsi.”
Ancora uno sguardo rivolto verso di lei. Stella Nera pensa che anche il Governo abbai collegato quel fenomeno alla Forza Oscura e conti su di lei. Certo, è così, o forse la sospettano e la stanno tenendo d’occhio? No, sta diventando troppo paranoica, certi tempi sono finiti per sempre, no?
“Non ho visto Nikolai stasera.” le si rivolge Ursa Major alludendo al gemello di Stella Nera, Vanguard “Perché non è venuto alla riunione?”
“Aveva voglia di rilassarsi un po’. Aveva trovato dei biglietti per il balletto di stasera al Bolshoj, il Lago dei Cigni, mi sembra.” risponde Stella Nera.
“Ah Tchaikowslkji ottima musica.”
“Non ti facevo amante della musica classica Mikhail.”
“Ci sono molte cose che non sai di me, cara Laynia.” risponde Ursa Major, riprendendo il normale aspetto umano di Mikhail Ursus. “Posso avere l’onore di invitarti a cena stasera, così potrai scoprirne qualcuna?”
“Ma io… oh perché no? Non posso, certo, restare sempre chiusa qui dentro. Hai già idea di dove andare?”
“Penso a tutto io, non preoccuparti.”
Ed escono dalla stanza ridendo.
2.
Teatro Bolshoj
La rappresentazione è cominciata e, seduto su una delle poltrone di platea, il suo stipendio non gli consente i prezzi del palco, Nikolai Krylenko, alias Vanguard, è tutto preso dalle evoluzioni dei ballerini. Non c’è che dire, pensa, quella Nadia Dornova è davvero molto brava ed anche molto bella. Nella sua vita tormentata, il giovane supereroe non ha mai avuto molto tempo per pensare seriamente alle relazioni interpersonali e, forse, sarebbe l’ora di cominciare.
Il rumore di spari interrompe improvvisamente i suoi pensieri, per non parlare della rappresentazione. Nikolai si guarda attorno e si accorge che le uscite del teatro sono presidiate da uomini armati, che indossano uniformi paramilitari. Gli ricordano qualcosa, ma al momento non riesce a focalizzarlo. Sono entrati facilmente, la sicurezza del teatro è quasi nulla, nonostante il gran numero di spettatori con il loro corredo di denaro ed oggetti preziosi. Il panico si scatena tra la folla, la gente si alza, cerca di fuggire, qualcuno cade e viene calpestato, ma il tentativo di uscire viene stroncato sul nascere dagli armati, poi una voce, quella di una donna si eleva al di sopra del rumore:
“Fermi! Vi consiglio per il vostro stesso bene di non muovervi! Guardatevi attorno. Quello legato al petto delle donne che vedete…” indica un gruppo di donne il cui volto è coperto da un velo che lascia intravedere solo gli occhi “…è un potentissimo esplosivo al plastico, sufficiente a far crollare l’intero teatro e ad uccidere tutti i presenti e vi assicuro che lo useremo se necessario. Ora che lo sapete, tornate a sedere, subito!”
Mentre esegue l’ordirne Nikolai non può fare ameno di pensare che la donna che ha parlato sembra davvero determinata, ma quali sono gli scopi di questi terroristi? Sicuramente non dovrà aspettare molto per saperlo.
L’orario di lavoro di un servitore dello
Stato prosegue all’infinito. Il Presidente della Federazione Russa si sta
rilassando in famiglia, nelle sue stanze private, quando un certo telefono
squilla. All’altro capo del filo, una voce preoccupata, quella del Colonnello
Alexei Mikhailovitch Vazhin, capo del F.S.B.[1]
“Signor Presidente, è appena accaduta una
cosa che richiede la sua attenzione.” è la semplice dichiarazione
“Mi dica tutto, Alexei Mikhailovitch.” è
la secca replica.
Per le strade di Mosca
Katrina Bulikova è alla guida della
propria auto e si sta lamentando del traffico cittadino. Mosca sta diventando
rivivibile, specie da quando non ci sono più le corsie riservate per i
funzionari dello Stato. Un’auto la supera, è una Mercedes 600 Classe S nera;
un’auto di lusso per quasi tutti gli standard moscoviti, probabilmente
appartiene ad uno dei capi della Mafia Russa, solo loro hanno abbastanza soldi
da permettersela. Loro o gli alti, molto alti, papaveri del Governo e non crede
che sia uno di loro. Potrebbe essere Simyon Borisovitch Kurazov o Ivan “il
Terribile” Pushkin. È una vergogna che dei criminali possano fare un così
aperto sfoggio di ricchezza Il cellulare squilla e la giovane funzionaria
risponde. Bastano pochi istanti per metterla al corrente di quanto sta
succedendo. Katrina, fa una rapida inversione di marcia.
In un ristorante moscovita
È del tutto inutile, pensa Mikhail Ursus,
si vede benissimo che Laynia ha la mente altrove, probabilmente rivolta alla
sorte dei loro compagni scomparsi. Prima partiranno alla loro ricerca è meglio
sarà per tutti. Un momento, cos'è che sta dicendo la TV? Man mano che capisce
la situazione, il volto di Mikhail si fa sempre più preoccupato.
“Laynia…” dice “Credo che…”
“Lo so.” risponde la sua compagna
“Raggiungiamo gli altri.”
Quartier Generale della Guardia
d’Inverno
Gli altri, nel frattempo, sono tutti nella
sala riunioni del Quartier Generale e seguono su uno schermo panoramico la
notizia della sera e sono percorsi da un brivido.
3
Teatro Bolshoj
La donna ha circa 25 anni e in altre
circostanze si potrebbero fare commenti sulla sua avvenenza. Il volto è del tutto
privo di trucco, e mostra i segni della tensione del momento, le labbra tremano
appena mentre comincia a parlare
“Popolo della Russia, il mio nome è Irina
Borisova Terenko e non vi parlo per me, ma per tutti i miei compagni e per un
popolo oppresso. Il mio nome non vi dirà nulla, ma quello di mio padre e la
nostra causa, forse vi saranno familiari. Avrete sentito parlare
dell’insurrezione del Kremenistan e di uno dei suoi leader, il Capitano Boris
Terenko. Vi avranno detto che erano solo pochi esaltati ribelli e che Boris
Terenko era solo un traditore della divisa che aveva portato. Mentono Dicono
che l’uccisero durante un conflitto a fuoco, ma io so che gli spararono alle
spalle vigliaccamente, mentre prestava soccorso ad un compagno caduto e massacrarono
vigliaccamente la maggior parte dei suoi compagni. Questo massacro non può
restare non vendicato.” la camera fa una carrellata sul teatro e si ferma su un
gruppo di donne, che si tolgono il velo con gesto teatrale. Irina Terenko
continua parlare. “Queste sono le vedove dei patrioti kremenestani, Quelle che
vedete fissate al loro petto sono potentissime cariche di esplosivo al
plastico. Se entro 24 ore il Presidente della Federazione Russa non proclamerà
l’indipendenza del Kremenistan, con l’impegno di renderla effettiva entro una
settimana, non uno degli ostaggi uscirà vivo da qui. Non provate a fermarci, a
fare qualunque minimo tentavo di irrompere nel teatro o tutte noi ci faremo
esplodere immediatamente e nessuno nel teatro sopravviverà. Ora la scelta
spetta al Presidente, l’ultimatum ha effetto da ora!”
Cremlino, Ufficio del Presidente
della Federazione
Alla riunione sono presenti tutti i pezzi
grossi del Consiglio di Sicurezza: il Presidente, il Primo Ministro, il
Ministro dell’Interno e quello della Difesa ed il Direttore del F.S.B.
Colonnello Vazhin.
“Allora Alexei Mikhailovitch…” inizia il
Presidente “.. ci ragguagli sulla situazione e su Boris Terenko.“
“Terenko Boris Vladimirevitch, nato a San
Pietroburgo, all’epoca Leningrado, da genitori ucraini il 27 ottobre 1946
conosciuto dai suoi seguaci come il Capitano. A 20 esce dall’accademia militare
come sottotenente; la sua prima destinazione è proprio il Kremenistan ed è
proprio lì che s’innamora di una ragazza del luogo e la sposa. Ha due figli: Vladimir
Borisovitch nato nel 1974 e Irina Borisova, nata nel 1978. Poco dopo, col grado
di capitano, viene inviato in Afghanistan, dove rimane ferito e congedato con
onore. Decide di trasferirsi stabilmente in Kremenistan e decide di darsi alla
politica. Viene eletto nel Consiglio della sua città e qualche anno dopo a
quello Regionale. In questo periodo, il Capitano, nomignolo affibbiatogli dai
suoi ex commilitoni, è un moderato, caldeggia la trasformazione del Kremenistan
da Regione a Repubblica, ma non parla mai apertamente di secessione o di lotta
armata. La svolta avviene cinque anni fa, quando il figlio, che era entrato in
uno dei circoli più estremisti rimane ucciso durante una manifestazione. Pieno
di rancore verso il Governo della Federazione, si mette dalla parte degli
indipendentisti e passa in clandestinità guidando una guerriglia che culmina
nell’insurrezione dell’estate scorsa dove trova la morte. A quanto pare, sua
figlia Irina ha deciso di prenderne il posto in modo eclatante.”
“Grazie Alexei Mikhailovitch. Bene,
signori, suggerimenti?”
Q.G. della Guardia d’Inverno
I membri della Guardia d’Inverno hanno
appena terminato di rivedere il Video di Irina Terenko.
“Confesso davvero di non capire.” commenta
Stella Nera “Capisco che si possa essere capaci di morire per un ideale, ma
uccidere centinaia d’innocenti nello stesso momento che senso ha?”
“È vero.” commenta Airstrike “Abbiamo
affrontato supercriminali e visto il nostro bel carico di atrocità, ma questo…”
“Che razza di mammolette esclama Tigre
Siberiana vi stupite di certe reazioni e voi scordate di cosa hanno combinato i
nostri soldati in Afghanistan ed in posti come il Kremenistan qui in casa
nostra.”
“Adesso basta. Tu Tigre non permetterti
mai più di fare simili osservazioni o ti faccio cacciare dal gruppo.” Sbotta
Katrina Bulikova
“E tu chi ti credi di essere “compagna”?
Io vado e sto dove mi pare e piace, chiaro?”
“Non provarti mai più a parlarmi così!”
replica la Bulikova.
“Ah hai del temperamento! Meglio così, mi
piacciono le donne di carattere.”
“Adesso basta!- sbotta Stella Nera “Se
l’avete scordato, ci sono almeno 500 persone in pericolo e tra loro c’è mio
fratello. Vogliamo provare a comportarci da persone responsabili per favore?”
Katrina lancia un’occhiata dura a Tigre
volante, ma tace e si ricompone
“Molto bene, andiamo, ora, abbiamo una
missione da compiere.”
4.
Dinanzi al Teatro Bolshoj
Sono arrivati più in fretta che hanno
potuto ed ora si trovano appena aldiquà delle transenne erette dalla Polizia.
Un gruppo di persone in costumi colorati che si rendono conto che forse non
sanno come possono essere d’aiuto.
Katrina Bulikova si dirige verso il
Comandante delle Forze Speciali del Ministero dell’Interno. Questi si volta e
sorride:
“Ma guarda un po’ se non è la compagna
Maggiore Bulikova. Dunque, Katrina Alexandrovna, hai portato il tuo circo con
te?”
Oh no, non lui, pensa Katrina, non Anton
Andreievitch Pastrenko, il Maggior Generale Pastrenko, il duro delle Truppe
d’assalto, quello che sa pensare solo con la sua pistola. Se è lui a capo delle
operazioni, una strage è quasi assicurata. Calma Katrina, forse la situazione
non è così disastrosa.
“Tu qui, Anton Andreievitch?” esclama.
“Te ne stupisci?” ribatte lui “La
situazione è troppo seria per lasciarla a dei semplici subordinati. Conoscevo
Terenko sai? Ero il Comandante delle Truppe del Ministero dell’Interno in
Kremenistan e so che tipo era davvero. Si parla tanto di lui, del suo
idealismo, ma credimi, era un sanguinario e sotto di lui il Kremenistan sarebbe
diventato un gran brutto posto dove vivere, puoi starne certa; stanno tutti
meglio senza di lui. Quanto alla figlia, non bisogna mai cedere ai ricatti dei
terroristi e non avremo pietà nel reprimerli.”
Un bel discorso davvero, se faranno
davvero a modo suo ci potrebbe scappare una strage. Ora Pastrenko si sta
spostando verso un altro settore del blocco.
“Aspetta un momento Anton Andreievitch.”
lo apostrofa Katrina “Tu eri lì il giorno in cui è morto Terenko, cos'è
successo veramente? Ha ragione la figlia o…”
Pastrenko non si ferma nemmeno a
risponderle e se ne va, scrollando le spalle.
Interno del Teatro
L’atmosfera e di palpabile terrore, misto
a rassegnazione. Gli ostaggi sono stati radunati tra la platea ed il palco,
spettatori ed artisti insieme. Tra loro Nikolai Krylenko (Si è chiesto spesso,
ultimamente se ora che conosce tutta la verità sulle sue origini, non dovrebbe,
ormai, assumere il suo vero nome di Nikolai Sergeievitch Krylov,[2]
ma simili considerazioni sembrano del tutto irrilevanti, ora). L’uomo che la
maggior parte della Russia conosce solo col nome di Vanguard si sente
frustrato. Lui è un mutante col potere di canalizzare l’energia che gli viene
mandata contro e rispedirla a chi l’ha colpito, ma il suo potere gli sembra del
tutto inutile ora, non crede proprio che funzionerebbe contro i proiettili e
poi, anche se provasse ad agire, cosa
otterrebbe da solo? Solo che i terroristi farebbero saltare in aria tutto
quanto prima dello scadere dell’ultimatum, questo significa che è inerme come
chiunque altro lì dentro e questo è insopportabile. A quest’ora, il teatro sarà
stato circondato dalle forze speciali e saranno accorsi anche i suoi compagni.
Che accadrà? Questa gente è sciocca se crede davvero che il Governo cederà al
loro ultimatum; il problema è a chi lasceranno il compito dell’irruzione, come
avverrà e quanti sopravvivranno tra gli
ostaggi. Non credeva che l’avrebbe mai pensato, ma in questa situazione ci
sarebbe voluto il Guardiano d’Acciaio, quel tipo sa sempre trovare una
soluzione a problemi apparentemente insolubili come questo. Solo che è sparito,
dove diavolo sarà finito?
“Pensa che ci uccideranno?” a parlargli è
stata la Prima Ballerina Nadia Dornova. Buffo, solo poche ore prima lui pensava
che gli sarebbe piaciuto conoscerla ed ora eccola qui a parlare con lui, il
destino ha uno strano senso dell’umorismo.
“Francamente?” risponde “Non so cosa
pensare, non per adesso comunque, non prima di aver verificato se il Governo è
disposto a prendere in considerazione le loro richieste.”
“Non lo faranno mai vero?” ribatte la
donna con un sorriso sforzato. “Ci resta solo da sperare che non ci siano
troppi morti quando tenteranno di liberarci.”
“Lei è molto calma, complimenti.”
“Oh, è solo che ho avuto la mia parte di
avvenimenti bizzarri, sa?”
Ora basta, pensa Nikolai, non posso
starmene qui senza far niente, devo agire in qualche modo. Si avvicina ad una sentinella e lo
apostrofa:
“Ehi tu, voglio parlare con il tuo capo,
Irina Terenko.”
“Sono qui, che cosa vuoi uomo?”
“Solo tentare di farti ragionare Irina
Borisova.” replica Nikolai “Il tuo piano non ha la minima probabilità di
riuscita, devi saperlo.”
“Ah e chi saresti tu per dirmi questo?”
“Diciamo che sono una specie di
funzionario governativo.”
“Va bene, seguimi!”
Entrano nel camerino della Prima
Ballerina, seguiti da guardie armate.
“Su, dimmi tutto.” intima Irina.
“Perché lo fai Irina Borisova? Credi
davvero che la violenza sia la risposta?”
-“Che
altro modo c’è? Se non usi la forza nessuno ti ascolta, l’ho imparato a
mie spese, sui corpi morti di mio fratello e mio padre.”
“Non ha senso Irina Borisova, tu devi
saperlo che il Governo non accetterà mai le tue richieste, non sotto la pressione
di ricatto. Lascia perdere tutto questo, arrenditi e ti assicuro che parlerò in
tua difesa e tu potrai parlare per la tua causa.”
“No!- ribatte la donna –Credi di prendermi
in giro ‘uomo del Governo’? Beh ti sbagli. Il tuo Governo dovrà darmi risposte
soddisfacenti o entro un’ora farò giustiziare un ostaggio per dimostrare che
faccio sul serio e quell’ostaggio sarai tu.”
Con tanti saluti alla diplomazia, pensa
Nikolai, non so quanto siano fondate le sue rivendicazioni, ma è certo che se
dipende da lei questa storia finirà in un bagno di sangue ed il primo versato,
a quanto pare, sarà il mio.
Sede della Sezione Russa dello
S.H.I.E.L.D.
Il Direttore Yuri Brevlov sta osservando
l’evolversi della situazione su un monitor di fronte alla sua scrivania. Tecnicamente,
la faccenda non lo riguarda, è un’emergenza nazionale e nessuno al Cremlino ha
ufficialmente richiesto l’intervento dello S.H.I.E.L.D. come previsto dallo
Statuto O.N.U. ma ciò non toglie che lui sia un Russo e che sia seriamente
preoccupato per quanto sta capitando. Ha riconosciuto il Generale Pastrenko e
sa che questo significa guai.
“Vedi nubi nere all’orizzonte Yuri
Sergeievitch?” dice, improvvisa una voce alle sue spalle, Brevlov si gira per
vedere sul vano della porta la scattante figura del colonnello Vazhin.
“Non ti chiedo nemmeno come hai fatto ad
arrivare sin qui senza farti annunciare, Alexei Mikhailovitch.” ribatte “Si
sono preoccupato, tu non lo saresti? Ho visto che Pastrenko ha preso in mano il
comando delle operazioni e questo non promette nulla di buono, gli americani
direbbero che si rischia di buttar via il neonato assieme all’acqua sporca.”
Vazhin sogghigna.
“In effetti, il rischio c’è.” ammette.
“Sei venuto a chiedere il nostro aiuto?”
chiede Brevlov.
“No, non per ora. Ho ancora una carta da
giocare ed è il nostro supergruppo. Li conosci Yuri, alcuni di loro li hai
addestrati tu quando eravamo entrambi nel K.G.B.”
“Si, ricordo. Beh forse possono…aspetta…
sta uscendo qualcuno dal Teatro, forse ci sono delle novità.”
5.
Esterno del Bolshoj
L’uomo non parla molto, si limita dire
cosa deve dire ed a comunicare il nome dell’ostaggio prescelto, una notizia che
non manca di far rabbrividire Stella Nera.
“Dammi un solo motivo per cui non dovrei
sbatterti in galera subito.” gli si rivolge il generale Pastrenko.
“Perché se mi tocchi solo un capello,
vedrai i corpi di dieci ostaggi sbattuti nella polvere della strada, te la
senti soldato? Immagino che un civile in più od in meno non faccia differenza
per te.”
“Basta così.” interviene Katrina “Torna
pure dai tuoi compagni e dì loro che abbiamo capito le condizioni.”
Dopo che l’uomo se n’è andato, rientrando
nel Teatro, ecco che il cellulare di Katrina squilla e lei risponde. È Vazhin:
“Il Governo non tratterà, Katrina
Alexandrovna, è stato impartito l’ordine di fermare i terroristi con ogni mezzo
utile.”
Katrina non è sorpresa, era inevitabile
che accadesse, ma adesso cosa si può fare? Boris Pastrenko ha una risposta a
questa domanda:
“Possiamo usare l’SX84 è un gas
narcotizzante ad effetto rapido, addormenta in pochi secondi. Ne inonderemo il
teatro attraverso i condotti d’aria e poi entreremo e prenderemo tutti senza
colpo ferire.”
“Ne ho sentito parlare.” interviene
Airstrike. “È’ ancora sperimentale e potrebbe avere degli effetti collaterali.”
“Quali?” chiede Stella Nera, puntando gli
occhi su Pastrenko. Il Generale sostiene lo sguardo e risponde:
“In effetti, se non si sta attenti, il
sovraddosaggio potrebbe portare al soffocamento ed alla morte.Ma cosa importa?
Dinanzi al bene dello Stato e ed alla sconfitta dei terroristi, il sacrificio
di alcune vite è accettabile.”
“Lei mi disgusta Pastrenko.” ribatte
Stella Nera irata. “È stata gente come lei che ha distrutto la mia famiglia e
separato me e mio fratello per anni, Beh forse non ci riusciremo, ma io ed i
miei compagni proveremo a salvare gli ostaggi senza fare vittime, questo glielo
dobbiamo.”
“Stella Nera, sei certa…” interviene
Katrina Bulikova.
“La ragazza ha parlato per tutti noi,
bellezza e se la cosa non vi sta bene, beh, buttateci tutti fuori dal gruppo.”
le risponde Tigre Siberiana “Allora gente, diamoci una mossa!”
Katrina li osserva allontanarsi e formula
una silenziosa preghiera.
Interno del Teatro
Per Nicolai Krylenko è stata un’ora molto
lunga ma ora è finita.
“Vengono a prenderla.” gli dice Nadia
Dornova.
“Così pare.” risponde lui filosoficamente.
“Non sembra avere paura.” osserva la
donna.
Nicolai sorride
“Oh ne ho, mi creda.” risponde “Ma non ha
senso dimostrarla e non darò loro questa soddisfazione.”
Si alza in piedi, mentre due uomini lo
afferrano per le braccia, sembra tutto finito, ormai, quando… accade qualcosa.
Esterno del Teatro, poco prima
Il piano è semplice: Stella Nera userà la
sua Forza Oscura per teletrasportarli tutti dentro il teatro ed una volta lì
useranno i loro poteri per rendere innocue le donne kremenistane imbottite
d’esplosivo e concentrarsi sugli uomini armati per disarmarli prima che aprano
il fuoco sugli ostaggi. Non dovrebbe essere difficile, pensano, ma è tutto
basato sull’effetto sorpresa e la velocità, e, comunque, deve riuscire,
l’alternativa è troppo grave per essere contemplata. Il momento è: adesso!
Interno del Bolshoj, ora,
Appaiono dal nulla, come fantasmi, e
colpiscono con rapidità. Raggi di forza oscura colpiscono le esterrefatte donne
bomba, bloccandole in una morsa ferrea che impedisce loro di azionare i
dispositivi di morte. Airstrike lancia colpi di elettricità verso i più vicini
opponenti, Ursa Major è preso di mira da alcuni spaventati terroristi, ma si
precipita su di loro prima che possano sparare; Tigre siberiana salta sui più
vicini avversari sguainando gli artigli e colpendo a più non posso.
“Cari ragazzi, non sono esattamente
Wolverine, ma vi assicuro che questo gattino può farlo rodere dall’invidia.”
Non è una lotta all’altezza della Guardia
d’Inverno e finisce in pochi secondi. Nikolai ne ha approfittato, sin dal primo
momento, per sbarazzarsi dei suoi carcerieri. Sapeva che i suoi amici avrebbero
aiutato lui e tutti gli altri, ma… dov’è Irina Terenko?
Fuori dal Teatro, poco prima
Il Generale Terenko ha deciso di non
aspettare. Quei buffoni in costume facciano quello che vogliono, al problema ci
penserà lui, a modo suo. Da ordine di pompare il gas nel teatro. Uno degli
ufficiali esita:
“Signore, io non so se è davvero il caso
di…”
“Tenente lei farà meglio a non mettere in
discussione i miei ordini, se non vuole ritrovarsi trasferito in Camciatca per
il resto della sua ferma, mi sono spiegato?” replica Pastrenko.
“Si signore.”
“Molto bene e voi sbrigatevi pompare quel
gas.”
Prima che l’ordine possa essere eseguito,
qualcuno interviene, una mano lo tocca sulla spalla e lui si volta per vedere:
“h Katrina Alexandovna che cosa vuoi?”
“erma questa pazzia Pastrenko. Non c’è
ragione di farlo ora che la Guardia d’Inverno è intervenuta.”
“Non ci penso affatto.” replica Pastrenko
“Sistemerò le cose a modo mio.”
“Quand’è così…”
Del tutto di sorpresa, Katrina gli sferra
il più forte pugno che riesce a dare e Pastrenko piomba all’indietro,
rovesciando al suolo. Katrina si rivolge, quindi, ai soldati:
“Fermate tutto e se qualcuno osa dar retta
a …quest’uomo, lo mando dinanzi alla Corte Marziale, mi sono spiegata?”
I soldati annuiscono e Katrina si
massaggia la mano dolorante. Lacrime cominciano a rigarle il volto. Lacrime di
dolore, certo, ma, forse, anche per aver dolorosamente dovuto affrontare il
fatto che il confine tra giusto ed ingiusto è molto labile ed a volte è
difficile distinguerlo.
Interno del Teatro
Nikolai Krylenko corre verso il camerino
dov’era stato poco prima e prega di sbagliarsi o di arrivare in tempo. E lei è
lì, con la p pistola posata sul ripiano ed una pillola appena inghiottita
“No!” urla Nikolai
“Si, invece.” ribatte Irina prendendo la
pistola e puntandola contro di lui “Ho fatto quel che ho fatto in nome di ciò
che avevo di più caro.Non vale più la pena di vivere, ormai e non andrò mai in
prigione, mai.”
Lo schiocco della capsula che si spezza ed
Irina Terenko cade a terra, senza vita. Nikolai si china su di lei.
“Vale sempre la pena di vivere, Irina
Borisova, ma, forse, tu non potevi capirlo, non più, ormai.”
EPILOGO
Quartier Generale della Guardia
d’Inverno. Il giorno dopo
Un pensieroso Vanguard è raggiunto dalla
sorella.
“Cosa ti turba Nikolai?” gli chiede Stella
Nera.
“Pensavo ad Irina Terenko.” risponde lui
“Non so se la sua causa fosse giusta o no e non m’importa in fondo. Lei
riteneva di non avere scelta, ma dovrebbe esserci sempre una scelta, forse se
tutti non fossero stati così pronti ad usare la violenza da tutte e due le
parti, le cose sarebbero andate diversamente per lei, per noi tutti. Dovremmo
rifletterci e, chissà, allora saremmo davvero una nazione forte ed unita.”
E
Stella Nera non ha nulla da dire.
FINE
NOTE
DEGLI AUTORI
Che
dirvi, se non:
1)
la storia è vagamente (Vagamente?
Ecco un bell’eufemismo -_^) ispirata ad un vero fatto di cronaca. La Regione
del Kremenistan è fasulla, ovviamente, ma chi volesse vederci similitudini con
la Cecenia è libero di farlo;
2)
i personaggi vi appariranno, forse,
un po’ stereotipati, ma, la storia era, per così dire, compressa e non c’era
spazio per l’approfondimento di tutti quanti, ma abbiamo provato a fare
qualcosa lo stesso;
3)
Nadia Dornova, chi era costei? Il
personaggio della Prima Ballerina che stringe amicizia con Vanguard, o meglio
Nikolai, non è stata inventata da noi? In quale serie Marvel è comparsa in
precedenza ed a quale altro personaggio Marvel è legata? Un Non Premio a chi ci
fornirà la risposta esatta. -_^
Fabio
& Carlo
[1] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti (Servizio di sicurezza Federale) uno degli eredi post U.R.S.S. del disciolto K.G.B. che si occupa della sicurezza e controspionaggio, una specie dell’equivalente del F.B.I. americano.
[2] Vanguard e Stella Nera sono gemelli e figli di Sergej Krylov, La Presenza, ma, per ordine del KGB furono allevati separatamente con i nomi di Nikolai Krylenko e Laynia Petrovna, ignari della loro parentela e dell’identità del loro vero padre sino a qualche anno fa.